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“Nelle Stagioni colsi” poesie di Rita Bellini 1992 Introduzione Artista
poliedrica, animata da stimoli culturali molteplici e da vivace
immaginazione inventiva, Rita Bellini alterna con pari afflato lirico
la poesia, la narrativa, la pittura e la pratica musicale. Nelle varie
espressioni d’arte, la cifra ispirativa può considerarsi univoca,
perché muove da una inconfondibile e personale sensibilità umana ed
estetica. Fedele
ai fondamentali valori di un’etica interiore e sorretta da un saldo
sentimento della vita, la poetessa veneziana presenta in volume una
silloge indicativa della sua ricca produzione lirica che copre un
itinerario espressivo ampio, a partire dai versi più intimistici degli
anni Sessanta e Settanta sino alle più intense composizioni della
presente stagione creativa. È questo un itinerario attestante, tra
l’altro, una evoluzione tematica e formale maturata alla luce di sempre
nuovi apporti etici e culturali, sospinta verso la sintesi emblematica
dalla meditata coscienza delle più impellenti problematiche
psicologiche e sociali della vita e del dolore umano. Le
espressioni poetiche di Rita Bellini delineano un paesaggio figurativo
stimolante e immaginifico, i sentimenti lirici si trasfondono nella
rappresentazione viva e immediata della realtà oggettiva e della
sensibilità affettiva. Scorrendo i suoi versi, il lettore coglie
integralmente il paesaggio figurale che ha ispirato il flusso poetico:
dinanzi a noi balzano come d’incanto pianure ammantate di vegetazione,
marine assolate, scogliere coperte di detriti marini, scorci urbani
corrosi dal tempo e dall’incuria, acque azzurrine a raffronto di
tramonti accecanti, campi di battaglia terrificanti e desolati, storie
del passato emergenti da frammenti della memoria. Poesia
come pittura della natura: terra, fiori, acque, animali, cielo, luce;
poesia come affresco dell’anima: amore, gioia, affetti, ricordi,
speranze, dolore e morte. Un
senso di stupore accompagna il sentimento evocativo di una realtà dove
il sole “germoglia” come un fiore del cosmo: “il sole è germogliato
dietro le case, / disco di fuoco”. Spesso
le immagini e le memorie sono rievocate nell’empito di una
trasfigurazione mitica: “Corolle di fiori / intrecciate da Ofelia / e
annegate nel fiume”. Nel
dramma o nella contemplazione, nella speranza o nella malinconia, il
ritmo confidenziale del verso suggerisce di frequente una confessione
struggente di solitudine: “Solo in me, sola, / si è rinsecchito in seno
/ l’amore grande / che avevo per te”. Il
linguaggio poetico è spesso in sintonia, come per un’assonanza della
mente e del cuore, con la specifica cifra rappresentativa della
figurazione pittorica: “Smagliature di un ordito. / Lacrime azzurrine”,
ove quell’”ordito” si presenta smagliato, nell’evidente suggestione
visiva informale, da una consapevolezza di traumi emotivi sofferta e
oggettivata nella pienezza segnica e materica, ritmica e cromatica,
delle “lagrime azzurrine”. La
connotazione coloristica è anzi preminente in tutta la produzione
lirica di Rita Bellini. Il suo mondo poetico è un mondo poetico
coloratissimo, il suo paesaggio affettivo è un paesaggio interiore
visibilmente illuminato: “Piccolissimi frammenti d’azzurro”; “Tramonto
blu-giallo accecante”; “Fascio giallo sospeso”; “Acqua
azzurra-verdenera-gialla”; “Solchi bianchi scavati”; “cirri rossi e
violetti”... e si rischia di lasciarsi irretire dai riverberi
iridescenti di queste presenze policrome e luminescenti. Alcune
liriche della presente raccolta sono tematicamente correlate ai dipinti
di ispirazione religiosa dell’autrice stessa, incentrati per lo più sul
racconto evangelico dell’Annunciazione e della Maternità della Vergine.
Qui, ma anche altrove, la simbiosi tra poesia e figurazione appare
assecondata dal consonante ritmo del verso e della strofa che, nella
varietà delle sollecitazioni ispirative, genera un flusso espansivo di
immagini liriche, di cadenze drammatiche, di modulazioni psicologiche. Ai
toni elegiaci della contemplazione naturalistica succedono pertanto le
note concitate e il lessico franto che accompagnano le esperienze
tormentate dell’esistenza umana. |