Rita Bellini
A... volo d’uccello - Recensioni e Critiche


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“A... volo d’uccello”
poesie di Rita Bellini
poesie di Rita Bellini
2010
Granviale Editori

Recensioni e Critiche

Una pluralità di motivi ispiratori subito si scopre nel libro di poesie di Rita Bellini “A... volo d’uccello”, apparso nel 2010 nelle edizioni Granviale di Venezia e costituente il quarto da lei pubblicato, dopo “Nelle stagioni colsi” (1992), “E fu notte e fu mattino” (2005) e “L’asfalto e la fonte” (2007).

Tali motivi ispiratori vanno dal ricordo affettuoso della madre defunta (Il tuo ricordo) alle reminiscenze bibliche (Di Giuditta e... delle altre); dalle considerazioni di natura politica in campo internazionale (Piazza Tienamen) alla denuncia dell’inquinamento industriale (Costicine); dalla deprecazione per i delitti della Storia (Guerra) alla denuncia delle morti sul lavoro (Un pentolone, un buco nero); dai problemi riguardanti la Fede religiosa (Frate Guglielmo) alle problematiche amministrative locali (Venezia: un ricordo?).

Particolarmente efficaci sono in questo libro talune poesie di più schietta espressione dei sentimenti familiari, come Il tuo ricordo, che inizia: “Il tuo ricordo / è in me / nel profondo” o aventi per argomento la tristezza causata dall’avanzare dell’età: “nell’approfondirsi delle rughe / isole di silenzio e solitudine” (Nell’approfondirsi...).

Ma si vedano anche certe poesie di ispirazione più propriamente religiosa, come Frate Guglielmo, che ha questo incipit: “Entrai, / la chiesa era deserta, / solo Cristo c’era...” o certe altre maggiormente proiettate sul mondo esterno, quali Fuochi d’artificio: “Non fuochi d’artificio / come frantumo di stelle / ma accozzaglia di barche, / e sovrapposte voci...” o volte a cogliere un momento di particolare tensione intellettuale, come Deserto: “Insondabile / l’oscurità della notte / e scroscio di pianto / che opacizza / il silenzio nel deserto...”.

Come si vede quello di Rita Bellini è un libro complesso, che richiede un attento esame da parte di chi voglia comprenderne appieno il significato e il valore.

Elio Andriuoli
La Nuova Tribuna Letteraria (N. 99 - Anno XX - 3° trimestre 2010)

*****

La copertina di questo libro con l’immagine suggestiva di una scultura in gesso, vetro, chiodi raffigurante un Cristo che grida il suo appello disperato al Padre “O Dio, o Dio perché mi hai abbandonato?”, ci offre già un’idea del contenuto di questo intenso libro di poesie.

La scultura che ho descritto e i versi della raccolta “A... volo d’uccello” sono dell’artista veneziana Rita Bellini, artista a tutto tondo, come sa bene chiunque la conosca o l’abbia incontrata: pittrice, scultrice, poetessa, coltiva anche la musica cantando con bella voce di contralto. Dal mondo dell’arte pittorica proviene del resto il titolo stesso del libro, la prospettiva “a volo d’uccello” era in uso ai vedutisti in particolare, per dare una vasta panoramica dall’alto di un paesaggio: qui vengono inquadrati dall’alto sguardo dell’autrice scene di varia umanità ora gioiosa ora sofferente, immagini di Venezia la Serenissima si alternano a scene di guerra (“A Gaza”, “Guerra”), il volo mortale di un operaio caduto / morte bianca sul lavoro (“Era alto l’edificio”).

Nel 1992 pubblica il suo primo libro di poesie “Nelle stagioni colsi”, mentre la sua terza silloge di versi “L’asfalto e la fonte” è uscita per i tipi del Centro Internazionale della Grafica. E di questa raccolta mi sembra che la Bellini riprenda alcuni temi di fondo che innervano tutta la sua opera, figurativa e poetica: il profondo amore per la vita e le bellezze del Creato, e nel contempo la consapevolezza dell’umano vivere doloroso, dell’ingiustizia e delle prepotenti forze oltraggiose dell’inciviltà che talora paiono prevalere. Ma Rita sa anche offrire spiragli di luce, ci fa intravedere le forze del bene, della vita, suggellate soprattutto nel ricordo degli affetti primari (“Mamma”, “Il battesimo di Alex”) o nella contemplazione della natura non sempre “matrigna” come in “Farfalle al vento”.

Un libro denso in cui l’autrice esprime tutta se stessa con linguaggio limpido e pregnante.

Rosanna Mavian
Nexus





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